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Amorelli mi risponde., Riconoscere una radica.

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icon14  view post Posted on 12/12/2012, 09:00
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Amante del buon fumare

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Qualche giorno fà, scrissi direttamente al Sig. Amorelli, chiedendo se è possibile riuscire a riconoscere una radica durante al fumata, sembra di SI. Questa la sua risposta;

Egregio Sig. Stefano
la ringrazio per i quesiti posti ai quali proverò a rispondere dal punto di vista tecnico, poi toccherà a Lei giudicare se confermare, smentire o approfondire le affermazioni dell’utente del forum cui fa riferimento. Partiamo dalla radica.

1) Utilizziamo quasi esclusivamente il ciocco di erica sicula, raccolto nei monti Nebrodi - Peloritani da cioccaioli, figli e
nipoti a loro volta di cioccaioli che svolgono da sempre questo lavoro in un territorio loro assegnato dalla Forestale ad
uso pascolo. Un’erica per sviluppare un ciocco “significativo” deve avere 30 - 40 anni e quelli più belli crescono
misteriosamente la dove si arrampicano solo le capre!! E’ un preambolo per dire che il mondo che gravita attorno alle
pipe è veramente particolare: se vi capita di venire in Sicilia, vi faccio parlare con i cioccaioli che vi spiegheranno
quale emozione provano dopo avere cavato dal terreno il ciocco di quell’erica che è cresciuta insieme a loro.

2) Taglio del ciocco e bollitura dei pezzi in calderoni in rame.
I segantini (tutti calabresi) tagliano il ciocco secondo procedure d’esperienza e misure impartite agli inizi del secolo
scorso dagli inglesi. I segati vengono fatti bollire e dopo tre/quatto mesi sono commercializzati. La bollitura, un tempo
avveniva solo dentro vasche realizzate in rame. Successivamente quasi tutti i segantini hanno optato, non si sa bene
perché, per l’acciaio. Non vorrei dilungarmi troppo ma assicuro che c’è una gran differenza nel prodotto trattato:
quello bollito nella caldaia in rame, ha un colore caldo, mielato (biancastro nell’acciaio) e anche l’odore e il gusto
sono differenti. Poi è importante il cambio dell’acqua: non deve essere frequente, i pezzi vanno tirati fuori al
momento giusto….Si comprende dunque che se il produttore ha un buon rapporto (non solo economico) con il
segantino e gli spiega come vuole tagliata quella partita di ciocco, quanto tempo deve bollire (anche oltre 24 ore) in
calderoni esclusivamente in rame e altro ancora, stiamo ponendo la base per un materiale che ha una storia
quantomeno diversa da altri.

3) La stagionatura degli abbozzi.
Dopo tre/quattro mesi dalla bollitura, il segantino commercializza il prodotto. Le fabbriche acquistano gli abbozzi e gli
artigiani le placche fiammate. Alcuni “forzano” l’asciugatura in ambienti riscaldati prima o dopo la lavorazione
delle “teste” di pipe (quante volte abbiamo visto bocchini che si allentano dal cannello?) Personalmente ritengo che
solo una lunga stagionatura dell’abbozzo contribuisce a migliorare il rendimento del nostro lavorato (ce ne
accorgiamo nella lavorazione: quello “fresco” fa un truciolo lungo quando viene forato ed è molto “tenero” alla
carteggiatura quello lungamente stagionato è durissimo, picchiando due pezzi fra di loro si sente un suono quasi
metallico, è durissimo sotto i dischi di carteggiatura e il truciolo si polverizza subito). Dunque, non 6 mesi o un anno
ma molti di più, anche 10 o 15 di anni perché, assicuro per esperienza diretta, che la pipa è più buona, scalda meno,
è più leggera “sa” meno di legno, “si fa” prima, fa meno acqua……Ovviamente ciò comporta un grande sacrificio (in
termini economici) accumulare anno dopo anno segati di ciocco, scelti uno per uno e aspettare tanto tempo prima di
decidere di lavorarli correndo il rischio, come avviene, di vederli bucati dai tarli ( è noto che il tarlo è
un “buongustaio” predilige i legni pregiati e molto antichi). Dunque tanto tempo e buon clima per la stagionatura
prima della lavorazione.

4) La lavorazione
Non posso fare altro che parlare delle pipe fatte a mano in laboratori dove gli artigiani, da 1 a 5 o poco più
contribuiscono con il loro operato dalla ideazione del modello alla realizzazione del prodotto: il foro del fornello con la
giusta conicità e quello del cannello, con il suo diametro, alla base del fornello: il perno del bocchino in materiale
antirottura e senza camera d’espansione nel cannello, il bocchino con il dental di giusto spessore. Una lavorazione
senza fretta, rispettando i “suggerimenti” della venatura e lucidatura finale rigorosamente a carnauba per non
occludere i pori del legno. Se poi è necessario il “carboncino” all’interno, questo viene fatto solo con un tipo di legno.

Ho provato a sintetizzare cosa c’è dietro ad una pipa. Inoltre, è da tenere presente che è corretto dire fumare la pipa piuttosto che fumare nella pipa. Esalta il gusto del tabacco e sollecita tutti i sensi, gustativo, olfattivo, visivo, tattile e quello dell’udito (il suono delle boccate) e se a questo si aggiunge quel “sapere” profuso nell’oggetto e la storia che ho provato a raccontare, allora può essere che un fumatore, più informato e impressionato per le elaborazioni a volte stravaganti che realizziamo, riesce a “leggere” anche quelle emozioni che hanno costruito quelle pipe elette a preferite magari spiegandolo a modo suo con un entusiasmo che non riesce a trattenere.
E’ ovvio che tra fumare un avana e una mixtur di tabacco, vi è differenza, ma qualche “somiglianza” c’è, dunque provi a fumare un sigaro con qualche incrinatura nella fascia oppure con macchie di muffe oppure ancora provi a fumare ad occhi chiusi il suo preferito senza poterne apprezzare la forma, la manifattura, il contatto….. e le volute di fumo azzurrino.
Spero di avere dato un contributo agli amici appassionati di degustazione del tabacco.


Cordialità
Salvatore Amorelli
 
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victor53
view post Posted on 12/12/2012, 10:08




Ti dico solo una cosa, grazie Stefano! ;)
 
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diegocentrico
view post Posted on 12/12/2012, 11:27




Molte grazie, veramente interessante.
 
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player77
view post Posted on 12/12/2012, 11:30




Bravo Stefano!

Giuseppe
 
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Mirco Moretti
view post Posted on 12/12/2012, 11:50




Ho avuto la fortuna domenica di toccare con mano alcune sculture di Amorelli ..... Non so se riuscirei a fumare una cosa del genere, ma vi assicuro che lasciano a bocca aperta ....
 
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VoodooChile
view post Posted on 12/12/2012, 11:54




Bel lavoro Stefano!
Secondo me il topic meriterebbe di essere in rilievo ;)
 
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victor53
view post Posted on 12/12/2012, 11:59




Ma è messa in rilievo ;)
 
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VoodooChile
view post Posted on 12/12/2012, 12:02




non avevo visto... chiedo venia :D
 
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view post Posted on 12/12/2012, 12:08
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Amante del buon fumare

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CITAZIONE (VoodooChile @ 12/12/2012, 12:02) 
non avevo visto... chiedo venia :D

Non l' ho fatto perchè non pensavo fosse così importante, ma l' ha fatto vittorio, grazie.

P.S. L' ho invitato a far visita al nostro forum, ma non so se lo farà.
 
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Mimmo Provenzano
view post Posted on 12/12/2012, 12:21




Grande Stefano ;)
 
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steen
view post Posted on 12/12/2012, 13:14




Questa poi.
 
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scolopax
view post Posted on 12/12/2012, 13:27




@Don_Antonio La discussione che ha fatto nascere la tua richiesta al Sig. Salvatore Amorelli , (omettendo ciò che era oftopic) , per quanto riguarda ciò che ho scritto si sposa perfettamente con la risposta che ha mandato Amorelli , è siccome credo che sia molto romantico , oltre che degno di nota , sarebbe bello poter unire il contenuto di quella discussione , per avere l'occasione di confronto e approfondimento Sulla radica ,sulle sue origini e sull'attualità .
 
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victor53
view post Posted on 12/12/2012, 13:36




Io metterei solo il link alla discussione che ha dato origine a questo racconto ;) ma vediamo cosa vuol fare Stefano ;)
 
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steanfer
view post Posted on 12/12/2012, 14:01




Davvero molto molto interessante :)
 
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join1963
view post Posted on 12/12/2012, 14:46




Dalle sue frasi emerge l'amor proprio per le pipe, sarebbe fantastico poter scambiare qualche parola con lui, magari nel suo laboratorio...


Ciao, Join.

Edited by join1963 - 12/12/2012, 15:51
 
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20 replies since 12/12/2012, 09:00   1355 views
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