ciccalo |
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| Stamani ho avuto l'onore di provare con poco anticipo rispetto al lancio ufficiale, il sigaro Superiore di MOSI (Moderno Opificio Sigaro Italiano) ovvero quello che al momento risulta essere il loro sigaro di punta. Non starò a recensire la fumata, anche perché per poterlo fare bisognerebbe bruciarne ben più d'uno nonché possedere comprovate capacità tecnico sensoriali cognitive, e infine aver voglia di prendere appunti. Posso però tentare di descrivere le mie impressioni di fumata fatta alla guida della mia vettura mentre mi spostavo in un tratto di strada lungo una cinquantina di km, da Chivasso (to) a Pinerolo. Il sigaro è composto se non erro da fascia Kentucky Nord America, che è presente in proporzioni non note anche nel ripieno assieme al Kentucky nostrano (non mi è nota l'esatta ubicazione della coltivazione delle foglie in Italia per questo sigaro). La fascia si presenta liscia ma non troppo, ruvida ma non troppo. Sono assenti in questo esemplare le costolature, caratteristica del sigaro Classico intero. Inoltre, particolare non di poco conto, il sigaro (sempre fatto a macchina come i fratelli Classico intero ed ammezzato) si presenta più lungo del suddetto intero ma anche di tutti gli MST attualmente in circolazione, di almeno un paio di cm. Per contro oltre ad essere storto come di consueto, è anche piuttosto smilzo tanto da sembrare (visivamente) un Extravecchio più cresciuto in lunghezza.
Tralascio i profumi ed i sentori a crudo che tanto sono sempre grosso modo la stessa solfa ed accendo. Da subito il sigaro parte benissimo con tiraggio corretto, giusta più sull'abbondante la mole di fumo in bocca che risulta essere piuttosto cremoso. Gli aromi percepiti sono i classici intrinsechi dei cugini, sebbene essendo fumato intero partano molto lentamente per divenire chiari nel proseguo ed affievolirsi un po verso la fine. La combustione è perfetta, la fascia e il ripieno bruciano in contemporanea e per tutta la fumata non si è resa necessaria nessuna correzione ne tantomeno si è verificato alcun spegnimento se non indotto.
A metà sigaro proprio sul meglio infatti sono arrivato a destinazione (45 min abbondanti) ed ho lasciato che il sigaro si spegnesse. Riacceso dopo circa un ora ho effettuato una degassificazione ed il sigaro è ripartito tranquillamente con me verso il ritorno a casa come se non lo avessi mai fatto spegnere. Mi è sembrata discreta la complessità e intensità aromatica con chiari sentori di cuoio e legno a farla da padrona, sottofondo spezie ed un leggero ma apprezzabile retrogusto di liquirizia che lo ha accompagnato piacevolmente per gran parte della fumata. La forza sale lentamente fino a divenire media nella parte centrale ed aumentare leggermente (mezzo punto) verso la fine. Apprezzabile anche la persistenza post fumata mi pare insomma che il sigaro possa avere i requisiti per inserirsi tranquillamente nel panorama sigarofilo, magari per palati un tantino più allenati ed esigenti. Pare sarà proposto ufficialmente fra poche settimane in edizione limitata (poco più di un migliaio di pezzi in tutto fino ad esaurimento) in confezione da 7 pezzi in un elegante cofanetto adatto anche come idea regalo Natalizio al prezzo di euro 35,00 e successivamente anche commercializzato in scatoline da 3 pezzi. Come prima esperienza questo Superiore non mi è dispiaciuto affatto, ritengo possa confrontarsi tranquillamente con ben più blasonati ed affermati cugini sempre che la costanza produttiva e qualitativa riesca a mantenersi a livelli accettabili. D'altronde non poteva che essere così dacché la casa con questo sigaro intende puntare in alto ed il prezzo di vendita ne è ulteriore conferma. Ai posteri l'ardua sentenza (citaz. Manzoni)
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